Dopo la pulizia delle mura dall'edera tutti i parametri delle mura sono tornati in vista e le operazione di rilievo sono state effettuate in modo più rapido ed efficace. Già durante le prime operazioni sono emersi da sotto la vegetazione una grande quantità di dettagli. Alcuni di questi sono risultati così interessanti da fornire nuove chiavi di lettura sul funzionamento dell'impianto difensivo della rocca.
In questa pagina viene riportata una sintesi della ricognizione dei bastioni facenti parte della cinta muraria della rocca di Pierle.
Dal punto di vista costruttivo, il bastione meglio conservato è quello che si trova sul lato Nord-Ovest, anche perché è stato oggetto di una buona azione di recupero durante i lavori di consolidamento effettuati nel 1970. Tali lavori hanno riguardato anche i bastioni Sud-Ovest e Sud-Est e sono chiaramente leggibili osservando con attenzione le apparecchiature delle pietre dei parametri. Solo il bastione Nord-Est non ha beneficiato di alcun intervento conservativo ed è quello che versa in condizioni peggiori di conservazione.
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Il bastione Nord-Ovest è attualmente il meglio conservato principalmente per due ragioni. La prima è legata alla posizione del bastione stesso. Esso si trova sul lato pianeggiante del terreno vicino al castello. Risultando, ragionevolmente per chi costruì il castello, il più esposto all'azione di un esercito assediante, venne realizzato con murature più spesse rispetto a tutti gli altri punti della cinta muraria.
La seconda ragione è legata ad un fattore più recente. Il bastione è prossimo alla strada comunale ed è quindi stato oggetto di una buona opera di consolidamento durante gli interventi effettuati il secolo scorso. Alla base è stata ricavato, agli inizi del 1900, l'attuale ingresso ottenuto abbassando una delle due feritoie presenti su questo punto. Queste speciali aperture, molto strette sul lato esterno, risultano invece molto ampie dal lato interno, per permettere ad un balestriere di trovare una agevole posizione di tiro.
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Prima che venissero effettuati i lavori il bastione in questione era internamente coperto da edera, con diversi fustiche dal suolo interno avevano raggiunto e sopravanzato la sommità dello stesso, coprendo un'altezza di 15 metri. A causa di tale vegetazione era impossibile definire la struttura di questo bastione e non erano neppure visibili le aperture sulle pareti laterali che consentivano di accedere al camminamento di ronda. Gli unici particolari che era possibile scorgere dal basso erano delle cavità sulle murature abbastanza ampie da accogliere presumibilmente gli infissi di una qualche struttura in legno che consentiva il raggiungimento della sommità del bastione. L'ipotesi che dentro il bastione trovassero posto strutture lignee con soppalchi e scale è abbastanza plausibile perché esistono molti castelli che presentano questa applicazione costruttiva di difesa. Assai più probabile e comune che a metà della torre fosse posto un arco in pietra a consolidare l'intera struttura. Esistono infatti molti castelli con bastioni sorretti da archi in pietra.
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Una delle testimonianze più significative e famose, arrivate fino al giorno ad oggi, di fortificazioni fatte di bastioni di questo tipo è certamente quella di Montiriggioni (Si) che si trova a circa 95 Km da Pierle. Questa fortificazione non difende un maschio come a Pierle, ma un intero villaggio, fatto di piccole costruzioni, orti recinti. Anticamente aveva 14 bastioni ed un camminamento che probabilmente le collegava tutte tra loro. Come a Pierle. Nella foto a fianco è mostrata la porta principale di ingresso a Montiriggioni, sopra la quale si erge un bastione probabilmente uguale ai 4 di Pierle. Costruttivamente i bastioni sono simili, persino l'apparecchiatura delle pietre organizzata in filari orizzontali segue gli stessi dettami delle costruzioni a regola d'arte. Il materiale costruttivo è invece decisamente differente, il tufo usato Montiriggioni, essendo meno consistente era tagliato facilmente in conci grossi e regolari, mentre la dura pietra calcarea di Pierle veniva scalpellata in forme regolari ma con dimensioni non omogenee.
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Un confronto "all'americana" tra i bastioni di Pierle e Montiriggioni riassume chiaramente quanto appena detto. Bisogna precisare comunque che la muratura di Montiriggioni mostrata in foto sono stati sostituiti mentre le pietre dei paramtri di Pierle sono originali.
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La ricostruzione tridimensionale del castello di Pierle effettuata nelle pagine precedenti non è accurata come quella riportata in figura che tiene conto dei molti dettagli raccolti. Tiene inoltre conto della presenza dei cantonali che contraddistinguono visivamente la costruzione. Per prima cosa è necessario fare alcune considerazioni sulla struttura costruttiva e sulla evoluzione storica di questi sistemi difensivi.
Bisogna tener conto che la costruzione dei castelli medievali è stata influenzata sia dall'uso delle armi utilizzate durante gli assedi che dalla cultura militare dei progettisti. Pierle è stata costruita, come la conosciamo oggi, nel 1371 da Francesco Casali. Egli si basò sull'esperienza del figlio Ranieri Casali maturata all'interno dell'Ordine dei Cavalieri di Rodi. Quest'ultimo aveva presumibilmente vissuto a Rodi, l'isola greca dove era posta la sede principale dell'ordine, ed aveva potuto vedere come erano costruiti i forti castelli dei cavalieri. Probabilmente aveva anche avuto modo di valutare come venivano condotti gli assedi in terra santa e con quale armi venivano arrecati più danni alle fortificazioni. In particolare, nella costruzione dei bastioni si sarà soffermato sulla necessità di renderli immuni dalle principali armi del tempo.
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Ronde e bastioni dovevano garantire il riparo dal tiro dei balestrieri assedianti. Comunque, per il Cavaliere Ranieri, la più devastante e strategica arma da assedio era il trabucco. Ancora oggi, tra le fortificazioni di Rodi sono ben visibili le palle di pietra da 3 quintali lanciate dagli eserciti arabi da una distanza di 300 metri. Anche se si trattava di una macchina molto ingombrante e tanto imprecisa quanto difficile da manovrare, risultava non così difficile da costruzione per i carpentieri militari considerando l'elevatissimo impatto che aveva sulle sorti dell'assedio. Nessuna cinta muraria avrebbe resistito a due o tre colpi ben assestati. L'unica possibilità di sottrarsi all'azione di un arma del genere era quello rendere impraticabile la costruzione di una di queste macchine in prossimità del castello. Anche per questo motivo la rocca è stata costruità sul crinale del monte Maestino, in modo da non offrire lo spazio per il funzionamento di queste macchine.
In generale i bastioni erano costiuiti da tre parametri murari, ortogonali tra loro, che si propendevano al difuori del perimetro della cinta. Questi bastioni creavano una sporgenza di 2 o tre metri in orizzintale rispetto alla linea della cinte e rialzata di 10 metri rispetto alla ronda. In tale modo, agendo al riparo dei merli della sommità del bastione, era possibile avere sotto il tiro di balestra l'intero fronte della cinta muraria, posto al di là del camminamento di ronda da difendere. Il bastione costituiva il punto di forza di un castello contro gli assalti nemici condotti con scale o con battifolle. Il bastione era efficace solo se le soldatesce potevano raggiungere facilmente la sommità del bastione con armi, ed avevano, in quel luogo lo spazio sufficiente per ricaricare le balestre dopo il tiro, senza essere esposti alla gittata delle balestre e dei fromboli nemici.
Il bastione, oltre a offrire il vantaggio dell'altezza, aveva soprattutto la funzione di irrobustire la cinta, contro i tentativi di aprire brecce nelle parti di muratura più deboli. La cinta poteva risultare debole qualora fossero esistiti tratti di mura troppo lunghi tra un bastione ed un altro o troppo alti rispetto allo spessore trasversale. Se il nemico avesse sottoposto questi punti ad una azione meccaniche la formazione di brecce avrebbe certamente provocato la caduta del castello.
I principali metodi che un esercito assediante aveva per cercare di aggredire le mura per cercare di erano tre: Catapulte, Battifolli ed il fuoco.
Nella maggior parte dei casi quindi i bastioni hanno diversi livelli:
- Un livello sotterraneo, spesso intonacato, da utilizzare come magazzino o come cisterna. La sommità di questo livello, realizzata con una volta a botte costiuiva il pavimento del livello superiore. L'accesso era consentito da una botola ricavata sulla volta stessa.
- Il livello del terreno. A questo livello erano disposte le feritorie balestriere per la difesa. Probabilmente era anche posizionata a questo livello una struttura in legno che assieme al camminamento di ronda consentiva di accedere ai livelli superiori del bastione. Tale struttura doveva essere abbastanza facile da ricostruire qualora avesse subito dei danni o fosse stata incendiata dal nemico, durante le fasi attive di un assedio. Questa scala di salita riusciva a superare la volta a botte posta come soffitto perché questa non era collegata al parametro centrale del bastione. Dai rilievi sul muro interno risulta che la volta a botte non era ammorsata al parametro di centrale. L'apparecchiatura delle pietre del paramtro in questione è perfetta. quindi probabilmente tra muro e volta era ricavata l'intercapedine per il passaggio della scala.
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- Il livello della ronda. Questo livello si trovava all'altezza delle due aperture, che comunicavano con il camminamento ricavato sopra la cinta muraria. Le dimensioni di questo spazio pari a circa 10 metri quadrati (4,5x2,5m) consentivano una buona circolazione delle truppe armate che si muovevano sia in orizzontale sulla ronda che in verticale sul bastione. Da questo punto probabilmente partiva anche la scala per raggiungere la sommità del bastione. Il soffitto di questo Livello era costituito da un'altra volta a botte con un'intercapedine per raggiungere la cima.
- L'ultimo livello del bastione era posto al di sopra del secondo arco in pietra. Tale livello che si trovava a circa 18 metri dal suolo, rappresentava il punto privilegiato di difesa del bastione. Al centro era presente l'apertura raggiunta dalle scale in legno, che probabilmente era protetta da una sorta di ringhiera interna che impediva cadute. Questo spazio era protetto certamente da merli che immaginiamo di grossa dimensione. Non si ha alcuna certezza della presenza e della eventuale forma di merli nel castello di Pierle che non sono giunti fino ai giorni nostri. Possiamo solo immaginare che siano se non altro simili a quelli esistenti in cima bastioni del castello di Montecchio Vesponi a Castiglion Fiornetino (AR) che si trova a 25 Km da Pierle.
Le due rappresentazioni tridimesionali mostrano nel dettaglio l'aspetto dei un bastione ed il relativo camminamento di ronda. La seconda vista in sezione permette di vedere anche il dettaglio del livello sotterraneo con una volta ad arco disposto in direzione opposta agli altri due.
Il rilievo di questa torretta ha dunque fornito un'infinità di informazioni. Alcuni dettagli e soprattutto una serie di segni presenti sui parametri non sono ancora stati interpretati con chiarezza. Non è dunque escluso che altre cose interessanti da scoprire saltino fuori. Il lavoro continua.
L'azione di rilievo intrapresa è dunque il primo passo volto al ripristino di questa parte del castello. Verranno elaborati successivamente dei progetti, seguendo le indicazioni delle autorità competenti, tali da garantire sia l'incolumità delle persone che la conservazione del bene. In questa fase si cercherà pure di ripristinare la percorrenza dei livelli del bastione al fine di proseguire nell'opera di Valorizzazzione di Pierle, che è il principale obiettivo dell'intera attività svolta dal nostro staff. A presto.
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